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Cenni storici

Mounësté deve il suo nome alla presenza, intorno all’anno Mille, di un piccolo priorato di monache benedettine, detto di Santa Anastasia, dipendente dall’Abbazia di San Mauro di Pulcherada, sebbene sicuramente piccoli insediamenti umani fossero già presenti in epoca preromana.

I Benedettini diedero impulso alle coltivazioni e allo sfruttamento delle risorse esistenti anche con la costruzione di muretti a secco per terrazzare i pendii e con la creazione di una rete di sentieri che univa i centri abitati con i pascoli di alta quota. A testimonianza della presenza benedettina resta il bel campanile romanico (XII secolo) della chiesa parrocchiale della Gézia.

Nel Medioevo le sorti della comunità si unirono a quelle della Castellania di Lanzo, alla quale apparteneva e al 21 giugno 1359 a Mounësté risultavano esistere 50 fuochi, con circa 250 abitanti, (stima forse per difetto per pagare meno tasse).

Il Medioevo è anche un periodo di “caccia alle streghe”: nell’aprile 1442 due donne di Mounësté vengono tradotte al castello di Lanzo e quindi giustiziate: Alesina, moglie di Martino Conca, viene condannata alla forca, mentre Guigona, moglie di Giacomo Bruna, viene arsa sul rogo. Alla fine del 1472 vengono poi condannate a morte come eretiche altre quattro donne, fra le quali Enrichetta Cabodi e Beatrice di Lioneta di Mounësté.

Con il cessare delle epidemie di peste, che a più riprese colpirono il territorio, e con l’avvento della coltivazione della patata si verificarono migliori condizioni di vita e un aumento della popolazione.

Nel 1724 Monastero venne infeudato ai Giriodi, Signori di Costigliole Saluzzo, cui venne attribuito il titolo di conti.

Nel 1769, viene eretta ‘n Chave la parrocchia di San Giovanni Evangelista smembrandola da quella di Santa Anastasia di Mounëstè,  su impulso dei baroni Chionio, Signori del luogo. Alcuni esponenti di questa nobile famiglia, con palazzotto nella frazione, furono giureconsulti, ecclesiastici e notai anche presso la corte sabauda alla fine del 1700.

Nel 1862 Monastero assunse l'attributo "di Lanzo" per evitare omonimie.

A partire dal 1880 si è verificato un progressivo spopolamento, legato all'impoverirsi di un’economia locale basata prevalentemente sull’agricoltura, e la popolazione è passata dai circa 2000 abitanti di quel periodo alle poche centinaia attuali.